Domenica scorsa le nostre comunità, ‘mie’ nuove comunità hanno vissuto un’esperienza. Le esperienze coinvolgono la vista, l’udito, le emozioni, i pensieri.
E’ stata un’esperienza di passaggio. Di passaggi è fatta la vita di ognuno di noi, la storia delle nostre famiglie e del territorio. E ogni passaggio porta con sé ricordi e attese.
Il passato non si può dimenticare; lo si porta sempre con sé e diventa un’eredità che rende ricchi e sicuri.
La comunità di Villa porta con sé l’eredità di don PierLuigi, uomo mite, paziente, sorridente; capace di rendere amore tutto perfino la malattia e la morte. La sua vita è stata un’esperienza di incontro con la morte ma non è stato schiacciato dalla morte: l’amore lo ha fatto attraversare la morte e lo ha reso vivo per sempre. La sua presenza di amore ancora si respira in chiesa, in canonica, fuori in giardino e in patronato. La sua è un’eredità preziosissima perché è un serbatoio di amore per il futuro e una direzione ben segnata.
La comunità di Bresseo Treponti ha avuto da don Andrea in dono la dolcezza e la forza della spiritualità e della preghiera. Stare davanti a Dio e sentire il suo amore apre strade che non si immagina nemmeno, cura ferite e delusioni, dà coraggio per scelte importanti, fa stare con gli altri rispettando la loro libertà e i loro tempi, crea unione ed energia. Don Andrea ha saputo rileggere con cuore ed emozione le Scritture facendole diventare nutrimento indispensabile.
Ogni comunità ha avuto molto dalla sua storia e si percepisce la solidità del cammino fatto con ogni suo parroco, l’innesto di idee e sensibilità che ogni parroco porta.
In questi giorni di passaggio ho sentito grande gratitudine e pace per il passato, grande riconoscenza e senso di debito per ciò che tutti hanno ricevuto grazie al buon cuore dei parroci.
Il cammino del futuro si apre davanti a noi. Non so cosa in concreto ci sarà nel futuro delle due comunità. Ma ho alcune certezze.
La prima è che Dio Padre e Gesù camminano con noi ancora. Anzi ci precedono, ci guidano, ci danno speranza.
Poi che non siamo soli ma insieme. Il bello della vita comunitaria è che non si è soli ma con tante persone che hanno a cuore il bene di tutti e che insieme cercheranno il meglio per gli altri.
Il contatto con Dio e il contatto tra di noi ci aiuteranno ad affrontare le nuove sfide per essere significativi in questo territorio.
Grazie ancora del modo elegante e affettuoso con cui domenica mi avete accolto e dello stile adulto e sereno con cui stiamo vivendo questo momento di passaggio.
Grazie di cuore!