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DIFETTO

 

Alcune cose riusciamo a vederle, altre ci sfuggono. Crescono con un ritmo incalzante le infor-mazioni scientifiche che ci permettono di esaminare, controllare, quantificare tutto ciò che è materiale. Ci incuriosiscono, ci appassionano al punto da indurre alcuni al credere che sia vero ed esista solo ciò che può essere visto con gli occhi, constato con i sensi.

Ma la presunzione di avere il controllo su tutta la realtà deriva da un difetto di vista, un offu-scamento di quello sguardo interiore e spirituale, che solo, ci permette di intravvedere qualcosa nei misteri di Dio e della vita. Esiste inoltre un altro difetto, un’altra cecità, quella di chi è convin-to di possedere luce e di saper dare il giusto valore a ogni cosa: al potere, al successo, alla sessualità, alla salute, alla malattia, alla giovinezza e alla vecchiaia, alla famiglia, ai figli… ma ha attinto le sue certezze dalla scala dei valori di questo mondo; le ha dedotte senza a volte rendersene conto dalle pulsioni o dalle emozioni del momento, da privilegi o interessi, da ideologie o da sistemi economici contaminati e ciechi, da chiacchiere di piazza o da salotti bor-ghesi. False luci!

"Veniva nel mondo la Luce vera, quella che illumina ogni uomo" (Gv 1,9); Cristo è venuto a dissipare le nostre tenebre a rischiarare i nostri errori, a introdurci nella famiglia dei "figli della luce e figli del giorno" (1Ts 5,5). Mi accorgo giorno dopo giorno quanto sia difficile lasciarsi illu-minare dalla Luce di Dio, quanta arroganza, quanta presunzione, quanti pregiudizi. È una cecità radicale, profonda, quasi ostile. L’ostilità alla verità è il primo ostacolo alla manifestazione della Luce, che è Cristo. Serve una resa, ma soprattutto coraggio per accogliere lo sguardo di Dio, la Sua visione sulla realtà.

Quando Samuele (1Sam 16,1b-13) è inviato a Betlemme per scegliere un re, parte con dei parametri e delle categorie umane, legate all’età, alla prestanza, all’apparenza. Dio lo corregge, corregge il suo difetto di vista: "Non guardare al suo aspetto, né alla sua statura. Io ho scartato gli altri fratelli, perché non conta quello che vede l’uomo: infatti l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore". Il Signore tramite Samuele unse con l’olio Davide, il più giovane e il più piccolo dei figli di Iesse, dalla cui discendenza nascerà anche Gesù.

Siamo ciechi, cechi dalla nascita dirà Giovanni evangelista, raccontando la storia della guari-gione di un cieco (Gv 9,1-41). Gesù opera in chi lo desidera, in chi lo cerca, una liberazione da ogni difetto di vista, restituendo attraverso uno spirito maturo e fedele alla Sua Parola, coraggio, dignità e ironia di fronte ad ogni pressione del mon-do che vuole dominare sulla coscienza dell’uomo. La luce di Dio, è grande come ciò che è umile, forte come ciò che è paziente, piccola come ciò che è invisibile. Non le lenti Signore tu ci offri per corregge-re i difetti della nostra vista, ma uno Spirito che ti riconosca come il vero focus della nostra vita.

d. Andrea

 

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