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Demolire o Ristrutturare

Ho sempre sentito dire fin da piccolo che demolire costa meno che ristrutturare. Sarà per una questione economica o per un fattore culturale, ma spesso la tentazione è quella di fare piazza pulita del vecchio. Possiamo demolire o ristrutturare edifici, ma anche le idee e le vite delle perso- ne. Cosa ha fatto Gesù con l’umanità che ha incontrato? Ha ristrutturato o demolito con il suo messaggio, con il suo agire?

Gli ebrei chiamano Legge i primi cinque libri della Bibbia. Un modo sorprendente di denomina- re una collezione che contiene, sì, norme, precetti e comandi, ma non costituisce un codice di diritto come noi lo intendiamo oggi. È piuttosto un’appassionante racconto, una storia d’amore tra un popolo e il suo Dio, dalla creazione del mondo, alla storia dei patriarchi, alla schiavitù in Egitto, all’esodo. Una Legge molto originale chiamata Toràh che deriva dalla radice iaràh che indica l’atto di scagliare una freccia, di mostrare la direzione, come la segnaletica stradale.

Gesù ha incontrato una direzione, una storia di un popolo in cammino. Dopo aver proclamato le Beatitudini (Mt 5,1-12) afferma: “Non crediate che io sia venuto ad abolire (o demolire) la legge e i profeti, ma per dare compimento (ristrutturare)” (Mt 5,17). La Toràh traccia il cammino che con- duce alla vita, la prima costruzione/indicazione, per un popolo che come una sposa è stato fedele, ma il più delle volte infedele al Suo Signore. La Toràh rivelata a Mosè sul Sinai, non era una nor- mativa fredda e impersonale, ma di sicuro non era la parola definitiva di Dio. L’edificio andava modificato, ristrutturato. Questo passaggio è stato costoso, di sicuro non indolore, né facile da spiegare, né facile da accogliere. Sul monte delle Beatitudini Gesù ha indicato una nuova meta, un nuove orizzonte, una nuova gestione degli spazi e proposta di lavoro. Non solo attenzione alla forma, ma anche all’intenzione. Chi non pratica la nuova giustizia, immensamente superiore per procedura ed efficacia a quella degli scribi e dei farisei (osservanti della forma e della legge), si ferma a metà strada e non entra nel regno di Dio.

Nelle sue gioie e disavventure, nei suoi successi e fallimenti, nelle sue feste e nei suoi lutti, ogni uomo vede riflessa la sua storia: i pericoli da evitare e le scelte sagge da compiere. Possiamo affermare che il degrado spirituale porta a un decadimento dell’edificio e il pericolo di crollo diventa realtà. Gesù non recinta la casa per isolarla e svuotarla in attesa di abbatterla, ma invita a rivedere con sapienza l’urgenza di un cambiamento. “Avete inteso che fu detto: Non uccidere.., Non com- mettere adulterio..., Non giurare il falso...” sono i vecchi edifici del nostro cuore che andrebbero demoliti e condannati. Gesù osserva, ascolta, incontra e ristruttura:
“Ma io vi dico: Va a riconciliarti... Domina i tuoi desideri... Le vostre rispo-
ste siano ‘si, si’ ,‘no, no’; il di più viene dal Maligno”.

L’uomo conoscitore della Legge, ma guidato dallo Spirito, può oggi liberamente operare con amore cambiamenti. Possiamo bandire concorsi di Verità e Misericordia per iniziare i lavori. 

A noi la scelta.

d. Andrea 


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